11 Aprile 1999 - Teatro Dovizi di Bibbiena: Conferenza per la presentazione alla cittadinanza del Progetto Bibbiena 2000.

 
 
 
 
  Progetto nuova fontana costruita al computer e inserita in modo virtuale nella piazza e osservata da varie angolazioni
  La vecchia fontana ottocentesca di Piazza Tarlati

PROGETTO FONTANA PER PIAZZA TARLATI

L'idea di un intervento progettuale nel centro storico di Bibbiena, viene proposta nel 1998 dalla Fondazione all'amministrazione comunale di Bibbiena nell'ambito delle iniziative per "Bibbiena 2000". La volontà del progetto al quale la Fondazione dava particolare importanza innanzitutto per i legami affettivi con il paese, consisteva principalmente nella rivalorizzazione del centro storico in uno dei suoi spazi più significativi, e cioè la piazza Tarlati, cuore del nucleo antico. La piazza, ricca di memorie ma ridotta principalmente - nonostante i lavori di ripavimentazione - a funzioni di parcheggio, doveva essere ripensata come spazio aggregativo e culturale e restituita al suo ruolo storico di piazza "grande", un vero salotto all'aperto per Bibbienesi e turisti. Per la rivitalizzazione della piazza, la Fondazione proponeva la realizzazione di una fontana artistica che fosse ricca di pregi tecnici e che soprattutto rappresentasse un forte segnale di richiamo. Facendo propria, per la completa coincidenza di obiettivi, l'idea della Fondazione,

 
 
 
 

l'Amministrazione Comunale deliberava nella primavera 1999 l'accoglimento della proposta e l'affidamento del progetto di valorizzazione della piazza Tarlati e della terrazza limitrofa all'architetto Prof. Remo Buti dell'Università di Firenze. L'iniziativa è stata successivamente presentata in una conferenza che, tenutasi in Aprile al teatro Dovizi, ha avuto notevole risonanza sulla stampa locale, in quanto esempio concreto di progetto di riqualificazione del centro. Il processo progettuale non si è svolto linearmente: dopo diverse elaborazioni grafiche ispirate alla smantellata fontana ottocentesca, il progetto, verificata la inattualità della riproposizione di richiami tradizionali, si è sempre più orientato verso una incisiva semplificazione formale per approdare, di tentativo in tentativo, ad una proposta di assoluta geometrizzazione. La fontana progettata si configurava come un semplice, essenziale bacino di forma circolare; la struttura in c.a. precompresso, colorato in pasta, rivestita sul fianco esterno e sul bordo superiore in pietra grigia non geliva. Oltre che come oggetto di arredo urbano, le dimensioni e la forma della fontana

 
 
 

consentivano il suo utilizzo come sedile, sottolineandone la vocazione di elemento di socializzazione. La fontana sarebbe stata posizionata nel punto di incontro tra l'asse longitudinale della piazza e l'asse di simmetria del loggiato di palazzo Bruni, elemento architettonico di maggior rilievo insieme alla torre Tarlati. La scelta della ubicazione planimetrica dell'oggetto teneva conto in primo luogo delle esigenze di percorribilità della piazza da parte dei mezzi di servizio e soccorso, una volta che la piazza stessa fosse, come era nelle intenzioni dell'amministrazione comunale, chiusa al traffico veicolare. In secondo luogo, la posizione eccentrica della fontana ne consentiva vedute di scorcio dalle vie di accesso alla piazza, preannunciando il nuovo ruolo attribuito alla piazza stessa. Come è a tutti noto, però, al progetto non è seguita la realizzazione a causa del parere negativo espresso dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Arezzo dopo un iter burocratico durato più di un anno.