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Alcune suggestive immagini di "Fotogrammi in
concerto"
SCHEDE DEI FILM DI FOTOGRAMMI
IN CONCERTO (dai
Dizionari dei film "Il Mereghetti" e "Il Morandini")
MARY POPPINS
(USA 1964 di Robert Stevenson con Julie Andrews, Dick
Van Dyke....)
Dal cielo della Londra dell'ultimo Ottocento arriva, tra la disastrata
famiglia Banks, una cameriera tuttofare. Si ferma solo una settimana,
ma risolve tutti i problemi e insegna come vivere sereni. Scenografie
piacevoli, canzoni gradevoli, dialoghi brillanti, efficace impasto
di cinema dal vivo e disegno animato. J. Andrews è il vero perno
dello spettacolo. Il film incassò 45 milioni di dollari soltanto
sul mercato nordamericano (negli anni '60!). 5 Oscar: miglior
attrice all'esordiente Andrews, montaggio, effetti speciali, colonna
sonora e canzone "Cam Caminì".
OTTO E MEZZO
(ITALIA 1963 di Federico Fellini con Marcello Mastroianni,
Sandra Milo, Claudia Cardinale, Rossella Falk...)
Guido (Mastroianni), un regista in crisi d'ispirazione diviso fra
la moglie borghese e l'amante sensuale e positiva, riassume la propria
esistenza nella cornice irreale di una stazione termale: la casa
romagnola dell'infanzia, l'innocente scoperta della femminilità,
la repressione nel collegio cattolico; e ancora incubi, sogni di
megalomania, di purezza, di fuga. Finale sul set del film da fare,
con musica da circo e la passerella dei personaggi. Autobiografia
immaginaria, visivamente straordinaria, che, con apparente svagatezza,
va a fondo in temi ultimi come l'Arte, la Memoria e la Morte. Il
cardinale decrepito interrogato dal protagonista risponde: "Chi
ha detto che si viene al mondo per essere felici?". Una delle
migliori colonne sonore di Nino Rota: la marcetta del film è diventata
"la bandiera della clownerie felliniana, ma anche la sigla musicale
con la quale il nome di Rota risuona nella memoria collettiva di
tutto il mondo". Un capolavoro che si fa vedere e rivedere senza
stancare mai, vincitore di 2 Oscar: migliori costumi e miglior
film straniero. Il titolo si riferisce al numero delle regie
firmate da Fellini (che aveva esordito firmando "a metà" con Lattuada
Luci del Varietà).
IL PADRINO PARTE II (USA
1974 di Francis Ford Coppola con Al Pacino, Robert
De Niro, Diane Keaton, Robert Duvall....)
La saga della famiglia Corleone continua con la rievocazione in
parallelo della storia giovanile del patriarca don Vito (De Niro)
- arrivato dalla Sicilia nel 1901 e registrato come Corleone, da
Antolini che era, per un errore del funzionario dell'immigrazione
- e della storia del figlio Mike (Pacino), il cui impegno nell'aumentare
il potere della famiglia - contro le inchieste senatoriali, le ribellioni
di alcuni rami dell'organizzazione, il passaggio della corrotta
Cuba da Batista a Castro - coincide con l'aumento della sua solitudine,
tradito anche dal fratello Fredo che farà uccidere. Sequel spettacolare
e virtuosistico in cui il rapporto metaforico mafia-America si fa
più stringente e la dimensione angosciata della saga assume i toni
cupi della tragedia greca con il tradimento del fratello. L'America
non è più la nuova terra promessa, ma il terreno in cui il potere
e il denaro si intrecciano con la corruzione e il tradimento e dove
il Paese da conquistare con perverso spirito da "pionieri del crimine"
diventa invece teatro del proprio smarrimento autodistruttivo. 6
Oscar: film, regia, sceneggiatura, attore non protagonista (De Niro),
colonna sonora (Nino Rota), scenografia.
LA STRADA
(ITALIA 1954 di Federico Fellini con Anthony Quinn,
Giulietta Masina, Richard Basehart...)
Zampanò (Quinn) è un rozzo girovago che si produce in numeri di
forza; al suo seguito, trattata come un animale, è la mite Gelsomina
(Masina). Quando Zampanò uccide il Matto, un funambolo che aveva
fatto conoscere a Gelsomina la gentilezza e l'umorismo, la ragazza
trova la forza di fuggire. Il film fece conoscere Fellini al pubblico
di tutto il mondo (vinse l'Oscar come film straniero). L'accento
sincero e pudico con cui il regista, alla fine del neorealismo,
ritrae personaggi che non rappresentano nulla se non il proprio
mondo, continua a colpire lo spettatore. Splendida prova dei tre
protagonisti, e una delle migliori colonne sonore di Nino Rota.
Leone d'argento alla mostra di Venezia.
BALLA COI LUPI (USA
1990 di Kevin Costner con Kevin Costner, Mary McDonnell,
Graham Greene...)
Eroe suo malgrado, un ufficiale dell'esercito nordista (Costner)
abbandona la civiltà per "conoscere la frontiera prima che scompaia":
scoprirà che gli indiani non sono "selvaggi" e che i bianchi portano
violenza e sopraffazione. Sorprendente e coraggioso esordio di Costner
nella regia, il quale rivitalizza un genere dimenticato come il
western. Elogi unanimi per le scelte ideologiche (i sioux parlano
la loro lingua e vengono sottotitolati). Ma il film è interessante
non solo per le prese di posizione a favore dei pellerossa e di
una vita in armonia con la natura, ma soprattutto per la capacità
di ridare forza alle immagini, rifiutando molte convenzioni hollywoodiane
a favore di un innovativo realismo. Trionfo al botteghino e 7
Oscar: miglior film, regista, sceneggiatura, colonna sonora (John
Barry), fotografia, montaggio e sonoro.
LA MIA AFRICA (USA
1985 di Sydney Pollack con Meryl Streep, Robert Redford,
Klaus Maria Brandauer...)
La vita in Kenia della scrittrice Karen Blixen dal 1914 al 1931:
il matrimonio d'interesse con un barone svedese (Brandauer) che
le attacca la sifilide, l'attività di piantatrice di caffè, l'amore
senza lieto fine per l'avventuriero inglese Denys Finch-Hatton (Redford),
intanto conosce l'Africa e matura. Drammone romantico vecchio stile
ambientato in un' Africa da National Geografhic, l'andamento volutamente
lento e contemplativo riesce a trasmettere l'intensità di un itinerario
spirituale e un lirismo autentico di fondo lo riscatta per chi ha
"il mal d'Africa". Pioggia di Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura,
scenografia, suono, fotografia, colonna sonora (John Barry).
E. T.
(USA 1982 di Steven Spielberg con Henry Thomas, Dee
Wallace, Peter Coyote...)
Abbandonata dalla sua astronave in un bosco della California,
una piccola creatura galattica è aiutata da un ragazzino che la
nasconde nella propria casa. Saranno ritrovati e catturati da un
esercito di poliziotti e scienziati. Una miscela calcolatissima
di umorismo e melodramma, pathos e invenzioni comiche, buoni sentimenti
e critica ai valori costituiti, grande spettacolo tecnologico e
coinvolgimento emotivo, rimandi culturali ed effetti speciali. Costato
un milione e mezzo di dollari e frutto dell'ingegno di Carlo Rambaldi,
il piccolo pupazzo elettronico è la carta vincente di questa favola
per bambini di tutte le età, munita anche di un messaggio: bisogna
avere gli occhi (il cuore, la fantasia) di un bambino per capire
e accettare i "diversi". Uno dei più grandi successi del cinema
mondiale. 3 Oscar: musica (John Williams), sonoro, effetti speciali.
Ridistribuito nel 2002 in una nuova edizione rimasterizzata nel
suono con l'aggiunta di alcune sequenze.
SCHINDLER'S LIST
(USA 1993 di Steven Spielberg con Liam Neeson, Ben
Kingsley, Ralph Fiennes...)
Dopo che i nazisti hanno invaso la Polonia, l'industriale tedesco
Oskar Schindler (Neeson) si accattiva la simpatia dei pezzi grossi
delle SS e impiega ebrei nella sua fabbrica di stoviglie, come manodopera
a basso costo. Anche dopo la distruzione del ghetto e la deportazione
degli ebrei in un campo di concentramento, ottiene che i suoi operai
continuino a lavorare per lui, e godano di un trattamento di favore:
poco per volta, intanto, si rende conto della follia e della crudeltà
dei nazisti. Col profilarsi della "soluzione finale", riuscirà a
salvare da Auschwitz 1.100 persone. Tranne il prologo e il finale,
dove le vere persone salvate da Schindler, ormai anziane, vanno
a rendere omaggio alla sua tomba, Spielberg sceglie il bianco e
nero come strumento sia di realismo che di stilizzazione e quel
rosso del cappottino della bambina che cerca di sfuggire al rastrellamento
è una piccola invenzione poetica, un esempio del modo con cui gli
effetti speciali possono diventare creativi. Da una parte intende
salvaguardare la memoria della tragedia più orribile e assurda della
storia del Novecento, con una ricostruzione di agghiacciante precisione,
dall'altra non osa rappresentare l'orrore finale, quello delle camere
a gas, e trasforma la storia dell'Olocausto in un grande melodramma
hollywoodiano. 7 Oscar: film, regia, fotografia, musica (John
Williams), montaggio, sceneggiatura non originale, scenografia.
Il titolo contiene un doppio senso: in inglese significa "la lista
di Schindler", in yiddish "il trucco di Schindler".
INDIANA JONES - I PREDATORI DELL'ARCA
PERDUTA (USA 1981 di Steven
Spielberg con Harrison Ford, Karen Allen, John Rhys-Davies...)
Tra Perù, Nepal ed Egitto, l'archeologo e avventuriero Indiana
Jones (Ford) contende ai nazisti il ritrovamento dell'Arca con le
Tavole di Mosè, che garantirebbe al possessore poteri sovrannaturali.
Straordinario successo per un abile pastiche che mescola il cinema
(e i fumetti) d'avventure esotiche degli anni trenta con l'horror
degli anni ottanta, tocchi da commedia sofisticata e una messinscena
da Kolossal. Ritmo travolgente e perfetta coreografia delle sequenze
d'azione ognuna congegnata come un pezzo di virtuosismo. Sono entrati
nella memoria collettiva Jones che insegue un camion a cavallo,
o la gag in cui fredda con la pistola un arabo spaccone che volteggia
la scimitarra. Fonte di innumerevoli plagi e imitazioni, di due
seguiti (Il Tempio maledetto e L'ultima crociata) e di una serie
televisiva dedicata all'infanzia del personaggio. 4 Oscar: miglior
scenografia, montaggio, suono, effetti speciali. Subito celebre
la colonna sonora di John Williams.
MISSION
(GB 1986 di Roland Joffé con Robert De Niro, Jeremy
Irons, Ray McAnally...)
1767, America del Sud: dopo aver ucciso il fratello per gelosia,
un mercenario (De Niro) decide di seguire un prete gesuita (Irons)
nella missione da lui fondata nella giungla, che spagnoli e portoghesi
intendono distruggere per sfruttare la zona e gli indiani. Quando
il cardinale Altamirano deciderà di sopprimere la missione, i gesuiti
si opporranno: il prete con messaggi di pace, l'ex mercenario combattendo
al fianco degli indigeni. Visivamente maestoso ed emozionante specie
nella sequenza finale, che conclude in modo drammatico la lotta
della storia e in parità la gara di bravura tra i due attori protagonisti.
Colonna sonora di Ennio Morricone. Palma d'oro a Cannes e Oscar
alla fotografia.
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